23 gennaio 2012

Tessera del tifoso addio?

A volte anche gli organi di informazione nazionale possono scrivere qualche cosa di sensato ed intelligente. Ce ne facciamo caso e Ve lo riportiamo:

Articolo tratto da LaRepubblica.it

Addio tessera del tifoso. Finalmente una buona notizia: al Viminale stanno pensando a novità importanti per la prossima stagione e dopo aver incontrato i club di B, presto incontreranno anche quelli di A. Non ci sarà più la tessera del tifoso (ora sono oltre 800.000) come è adesso, che per molti, e non a torto, era diventata la tessera del Viminale, e qualche club l'aveva fatta diventare anche la tessera-business (ma una sentenza del Consiglio di Stato ha dato loro torto). Non si chiamerà più tessera del tifoso, e non sarà più abbinata agli abbonamenti, cosa che aveva suscitato non poche proteste. Si sta studiando qualcosa per regolamentare le trasferte (dove ormai vanno in pochi) e soprattutto si vuole fare in modo che ci siano maggiore trasparenza e minori disagi per i tifosi (perbene), a volte costretti ad autentiche peripezie per andare allo stadio. E' soddisfatto, almeno in parte, l'avvocato romano Lorenzo Contucci, difensore (anche) di molti tifosi: "Ma adesso bisogna abolire anche l'articolo 9 della legge Amato. E' assurdo che impedisca ad un tifoso di avere la tessera se ha avuto delle condanne da stadio, anche nel lontano passato. Lo stesso Osservatorio del Viminale ha detto che va abolito. Sarebbe un ulteriore successo, dopo quello sulla privacy e quello del business...". E' assurdo che in curva si possano trovare pluripregiudicati per rapina (ci sono, come no) e non abbia diritti ad avere il biglietto, o la tessera, chi magari ha acceso un fumogeno cinque anni fa. Il ministro Annamaria Cancellieri si
è insediata da poco ma ha preso a cuore il problema. Tra l'altro, è una tifosa di calcio. Per essere più precisi, è tifosa della Roma e suo figlio, come dirigente UniCredit, ha avuto un ruolo importante nel passaggio del club dai Sensi agli americani. Nuovo ministro e nuovo anche nuovo responsabile dell'Osservatorio. E' Roberto Sgalla, che già conosce bene il mondo del calcio: "Il tifoso deve percepire lo stadio come un luogo sicuro, dove si va con gli amici per godersi la partita e non si rischia nulla. Noi stiamo lavorando per arrivare a questo". Presto verranno rivelati i dati del girone d'andata: sono tutti estremamente positivi. Meno incidenti, meno feriti, meno arresti e denunce. Risparmio di uomini, mezzi e lacrimogeni. Un passo avanti notevole, anche se ancora molto deve essere fatto.

Dal 2007-'08 anche in Italia ci sono gli steward: ne vengono impiegati circa 190.000 in una stagione. Il decreto dell'ex ministro Maroni del 28 luglio 2011 dà maggiori poteri agli steward: potranno anche perquisire gli spettatori con la tecnica del pat-down, già in uso negli areoporti. Ma queste norme non sono ancora in vigore, il Viminale sta mettendo a punto in questi giorni il regolamento. L'obiettivo, come all'estero, è arrivare a stadi dove non si vedono più poliziotti, dove non ci sono barriere. Dove si assiste alla partita in piena sicurezza. Ma non facciamo, per favore, i soliti paragoni (impossibili) col sistema inglese. La verità è che in Inghilterra non ci sono più incidenti negli stadi ma fuori sì, anche se molto sovente vengono nascosti all'opinione pubblica. La verità è che in Inghilterra è stato messo a punto, dopo l'Heysel, un sistema repressivo durissimo e, alzando i prezzi dei biglietti, i tifosi meno abbienti sono stati tenuti lontani dagli stadi (che peraltro sono pieni). In Inghilterra gli impianti sono di proprietà dei club che possono anche stabilire di escludere a vita (sì, avete letto bene: a vita...) chi supera una mini-barriera e invade il campo magari solo per esultare, non per picchiare l'arbitro. In Italia sarebbe possibile? No, per fortuna. Guardiamo in casa nostra, senza ispirarci a un modo di vivere, una mentalità e una legislazione che non ci appartengono. Gli stadi italiani devono essere proprietà dei club ma la legge giace da un paio d'anni alla settima commissione cultura e sport della Camera. Una vergogna per i nostri politici: eppure si ricordano di mandare l'auto blu a ritirare i biglietti (gratuiti, ovviamente) per la tribuna vip... La Juventus ha uno stadio di proprietà, e lì i tifosi si sentono a casa: nessuno d'altronde si sogna di distruggere i bagni a casa propria. Questa è la strada. Bisogna riportare anche il folclore, l'allegria negli stadi: dove sono finite le bandiere? Gli striscioni allegri, goliardici? Il calcio è anche sfottò. Se davvero è finita l'emergenza, allora riapriamo le porte anche al tifo, ricordandoci che ultrà non vuole dire teppista, ma solo un modo di ragionare e amare la propria squadra. Fra gli ultrà ci sono delinquenti come ci sono fra i giornalisti e i poliziotti (di recente alcuni sono stati rinviati a giudizio perché hanno pestato un tifoso..), ma i delinquenti, di qualsiasi genere siano, vanno messi in condizione di non nuocere. La caccia all'ultrà, la repressione, deve finire.

16 gennaio 2012

Pelli Santa Croce - Ravenna

Comunicato in merito alle dichiarazioni di Fiamma Tricolore riguardo la questione "Raccolta fondi pro-Ravenna"

In merito all'articolo apparso oggi 16/01 sul Carlino Ravenna, in cui Bruno Casadio (Mov. Sociale Fiamma Tricolore) sostiene di «condividere pienamente quanto sostenuto dagli Ultras Ravenna, è meglio fallire subito poichè prima si riparte da zero meglio è» e ancora «Auspichiamo e pertanto incoraggiamo gli Ultras Ravenna a dare seguito alla loro promessa di sollecitare i tanti creditori del Ravenna Calcio a chiedere istanza di fallimento nei confronti della società» teniamo a precisare che tali affermazioni da parte nostra non trovano riscontro nella realtà e che la posizione del direttivo Ultras Ravenna in merito alla questione raccolta fondi pro-Ravenna Calcio indetta da diverse associazioni di tifosi è già stata espressa, in maniera differente da quanto sostenuto da Fiamma Tricolore, attraverso un comunicato pubblicato nei giorni scorsi, in cui il direttivo Ultras Ravenna dispone di lasciare piena autonomia decisionale ai suoi membri in merito alle collette pro-Ravenna Calcio, sostenendo che chi vorrà, potrà contribuire presso i canali di raccolta già esistenti.
Il direttivo Ultras Ravenna coglie l'occasione per ribadire la propria apoliticità e per aggiungere che non cerca e tanto meno non vuole alcun legame con nessun partito/istituzione politica cittadina e non.

12 gennaio 2012

Pelli S. Croce - Ravenna

Dopo le abbuffate natalizie, finalmente si torna in trasferta. Nonostante la situazione calcistica a Ravenna sia pressochè al tracollo, non mancheremo nemmeno questo appuntamento sempre al fianco dei nostri colori, per incitare questi ragazzi che scenderanno in campo e meriterebbero il sostegno di una intera città che pare avergli voltato le spalle e per il nostro orgoglio romagnolo; chi come noi tiene a tutti questi ottimi motivi, lo dimostri ancora una volta scendendo a S. Croce con noi. Appuntamento con ritrovo domenica alle ore 10.30 dietro alla Curva Mero. Ravenna, dove sei Tu ci saremo noi...

11 gennaio 2012

Comunicato in merito alle raccolte fondi in favore del Ravenna Calcio

A seguito delle “raccolte fondi” per aiutare il Ravenna indette da alcuni Tifosi Giallorossi e da diverse Associazioni, il Direttivo degli Ultras Ravenna 1994 dispone di lasciare piena autonomia decisionale in merito alla eventuale partecipazione delle suddette collette ai suoi membri; pertanto, il Gruppo Ultras non creerà una nuova raccolta: chi vorrà, potrà usare i canali di donazione esistenti.