18 luglio 2012

Once upon a time...

C'era una volta uno stadio con tante persone, persone piccole, persone grandi, persone che avevano vissuto e lavorato per 30 anni e più ed ora si dedicavano al loro amore. Un amore fatto di applausi, di grida, di canti e battimani ed anche si, anche di fischi ed imprecazioni. Arbitro sei cieco urlavano dalla tribuna. E a destra c'era la curva, la curva Nord perché dava verso il Nord piena di colori e bandiere. Solo due colori erano permessi li dentro e guai a chi sgarrava! Non esistevano quasi mai discussioni per gli ombrelli o per i propri pensieri, si all'epoca i pensieri erano ammessi si poteva dire, urlare e scrivere quello che si voleva e poi c'erano i tamburi che dettavano il ritmo e riempivano l'aria di casino mischiato ai fumogeni degli unici colori ammessi in quel mischione omogeneo di cittadini uniti da quei colori perché quei colori erano quasi magici, rendevano tutti uguali medici e operai, studenti e lavoratori..tutti uniti per 90 minuti di passione, folclore, sofferenza...tifo. C'era...una volta appunto. Gli anni dell'apice della storia calcistica di una città. Per qualcuno non sará niente, ci sono altre cose si, é vero, ma per chi l'ha vissuta è tanto è una bella e lunga storia..quasi una storia d'amore. Erano gli anni 90...quanti giocatori, quanti campioni visti e che emozioni! C'era il giocatore che veniva dal Vicenza, quello coi capelli lunghi ed il nasone il presidente l'ha voluto a tutti i costi, poi quello non tanto alto di Ischia, c'era quello sardo che correva come un matto, quello alto alto pennellone, poi é arrivato il mago delle punizioni dall'Ancona, il centrocampista veneto da Pistoia poi quello alto coi capelli lunghi lunghi e il pizzetto e poi quello coi piedi buoni, lo chiamavano "il fenomeno" e tanti altri ancora!!! Ma poi, come tutte le belle storie, piano piano finiscono.Prima un politico uno di quelli che contano, dicevano , poi degli stranieri, brutta gente gli stranieri e poi tanti altri con qualche bella gioia in mezzo.."lacrima" così chiamavano scherzosamente un presidente poi un altro po' di calcio che conta poi......le scommesse, la storia scivola sempre più giù.Ma quella gente, quelle persone sono ancora lí che urlano, cantano, sbraitano e fischiano..qualcuno piange anche, si sente venduto, deluso, c'é un nuovo presidente, uno grosso con le bretelle ma ha abbandonato tutto fregandosene. Ma la gente é lì a sedere nello stesso posto, col freddo, con la pioggia, col sole, col caldo perché un amore é sempre un amore. Un amore che fra poco compirà 100 anni, un secolo di vita e questa volta sta per morire perché é stato usato, sfruttato, violentato e adesso non serve più a nessuno. Quello stadio é ora un ammasso di cemento senza elettricità e acqua, quello stadio che ha visto più di metà vita di quell'amore é un campo abbandonato con l'erba alta dove la storia sembra perdersi, ma basta poco per rivedere quei tifosi, sempre gli stessi negli stessi seggiolini festeggiare il compleanno di quell'amore che contro tutto e tutti sará sempre lì, in quello stadio gremito, in quel Benelli che resterà sempre casa sua, la casa del Ravenna abitata da quei soliti affezionati irriducibili appassionati innamorati tifosi giallorossi...come una volta!

Fabio