29 aprile 2011

Anche l'opinione pubblica s'indigna per i bar chiusi in Ravenna-Salernitana

Grazie al cielo, finalmente anche l'opinione pubblica e Ravenna Calcio compresi per voce del suo presidente Gianni Fabbri, si scandalizzano per la paradossale situazione presente a Ravenna. Probabilmente l'ultima trovata dei bar chiusi è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. L'articolo tratto da ravenna24ore che Vi riportiamo, riteniamo possa riassumere tuttociò che è stato pubblicato in questi giorni sulla stampa locale.

Dopo il mercato, i tornelli, le transenne, il traffico deviato, al “Benelli” è andata in scena anche la giornata senza acqua. Riavvolgiamo il nastro. Sabato 23 aprile, vigilia di Pasqua, il giorno di Ravenna-Salernitana. Una partita importante per le sorti del campionato, i giallorossi affrontano una delle pretendenti alla serie B, la società ha voluto agevolare i sostenitori con la meritoria iniziativa del biglietto a 3 euro in Curva Mero, da Salerno si muovono in più di 300 per seguire i propri beniamini. Il gemellaggio tra le due tifoserie rende la giornata particolarmente colorata e festosa, nonostante allo stadio ci siano poco più di 1500 persone. Sugli spalti e in campo va in scena uno spettacolo degno del gioco del calcio, finisce 1-1 e tutti sono (più o meno) contenti.
A rendere grigia questa giornata primaverile è però la mancanza di un punto di ristoro all’interno dell’impianto ravennate. I bar dello stadio, infatti, sono tutti chiusi per via di un provvedimento della Polizia municipale, che ha sospeso la licenza alla società che li gestisce, in quanto in occasione di una precedente partita è stata servita birra alcolica. Per la verità la notizia della chiusura era stata annunciata nei giorni precedenti dallo stesso Ravenna Calcio, anche se rimangono alcune perplessità, legate alla gestione dell’evento. Non tutti i sostenitori erano al corrente dell’ordinanza, compresi i tifosi della Salernitana presenti in tribuna (una trentina) costretti ad assaltare i bagni dello stadio per bere dai rubinetti. Problemi anche in Curva Nord, dove si sono alternate grandi file attraverso le grate per ottenere una bottiglietta d’acqua dall’esterno.
Molti mugugni tra i sostenitori, per una decisone che lascia un po’ perplessi. Tutti concordi che la legge vada fatta rispettare, per cui se era in atto un procedimento di sospensione dell’attività era giusto onorarlo. Sorprende, semmai, la mancata organizzazione di un modo alternativo di rifocillare il pubblico. La voce dei tifosi si è fatta sentire, per cercare di ottenere chiarezza dalle istituzioni. Il presidente Gianni Fabbri, compreso il disagio, risponde con la consueta chiarezza.
Dalla parte dei tifosi
“Ho sempre cercato di risolvere il problema del bar – spiega il presidente del Ravenna Calcio –. La nostra è una città tranquilla, anche sportivamente parlando e non si può fare di tutta l’erba un fascio. Giustamente la Questura deve ottemperare alle ordinanze ma Ravenna non è Roma e nemmeno Milano. Il derby Roma-Lazio non può essere paragonato a Ravenna-Bassano, Ravenna-Sudtirol o Ravenna-Lumezzane e deve essere diverso anche il sistema di controllo dell’evento. A Ravenna c’è una sproporzione di interventi rispetto ai rischi di violenza: strade chiuse che creano disagi ai residenti, transenne che creano problemi a chi deve andare allo stadio, sono tutte cose che non hanno ragione d’essere”.
Il numero uno giallorosso allarga la questione anche allo spinosissimo dilemma generato dalla tessera del tifoso. “Il Questore ha le sue ragioni, deve far rispettare la legge. Sbagliato è invece il ragionamento di Maroni, con le tessere del tifoso che in molte città d’Italia (Ravenna compresa) non sono state ancora consegnate ad aprile. Questo dimostra che chi ha voluto queste leggi restrittive non ha inquadrato il problema nei modi giusti. Finché Maroni non capirà che ci sono delle differenze, non si può cambiare. Ripeto, non si può paragonare il Benelli a San Siro”.
Fabbri ricorda anche come siano stati fatti “investimenti costosi sul tema della sicurezza. Tornelli, settori chiusi tra loro, steward, telecamere a circuito chiuso che controllano gli accessi allo stadio. I molti costi per la tecnologia e la sicurezza dovrebbero far sì che altri accorgimenti venissero evitati”.
“Condivido pienamente il disagio dei tifosi – aggiunge Fabbri –. Ricordo che al bar di Bassano veniva servito il vin brulé direttamente dai pentoloni, senza che ci fossero disagi particolari. Se piove ci si deve bagnare perché gli ombrelli non possono entrare? Mi sembra un paradosso. La soluzione sarebbe tornare ai tempi in cui non c’era la fila agli ingressi e tutto filava comunque liscio: non sempre tornare al passato è una cosa negativa”.
Ferrara
A meno di interventi specifici, il problema dell’acqua allo stadio potrebbe tornare per la prossima gara in casa, tra due settimane contro il Pergocrema. Ma intanto, domenica, si gioca un’altra gara fondamentale per le sorti del campionato del Ravenna: il derby in casa della Spal. “I nostri tifosi ci hanno accompagnato ovunque e anche se non sono un numero esagerato sono molto calorosi – conclude Fabbri –. Andremo a Ferrara con un gruppo di giovani che sabato hanno fatto bene ma in trasferta troveranno certo più difficoltà. Per cui abbiamo bisogno del sostegno dei nostri tifosi”.
(mat.pa.)



Bar chiusi per Ravenna - Salernitana

Vergognosamente, 1500 spettatori in occasione di Ravenna - Salernitana, vengono lasciati senza nemmeno un goccio d'acqua da bere a causa della chiusura forzata dei bar all'interno dell'impianto sportivo. Questa situazione è figlia della repressione costante nei confronti di tutti i Giallorossi. Ecco le foto delle conseguenze: scene da "centro di prima accoglienza per clandestini".

Reggiana - Ravenna

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