23 dicembre 2011

Sezione FotoStoria: aggiunte altre foto!

Un piccolo cadeaux natalizio per gli appassionati tifosi Giallorossi: abbiamo infatti aggiunto molte foto alla sezione FotoStoria del blog. Ringraziamo Cristian per aver riacceso in tutti questi vecchi ricordi.

20 dicembre 2011

Cena natalizia Ultras Ravenna


Venerdì sera alle 20,30 si terrà la nostra cena presso il ristorante Sociale e della Caccia di Godo. Per informazioni ed iscrizioni contattate qualsiasi ragazzo del Direttivo oppure potete direttamente segnarvi nella lista al Caffè Ravenna. Partecipate numerosi!

15 dicembre 2011

Osservatorio: tessera del tifoso legittima

Non avevamo dubbi, ce l'aspettavamo. Il giorno dopo la pronuncia shock del Consiglio di Stato, l'osservatorio in tutta fretta cerca di mettere una pezza come può, smentendo di fatto quanto dichiarato dalla sentenza di ieri. Come sempre, non cambia mai niente, nel tipico stile "all'itaGLiana". Vediamo chi la spunterà in questa battaglia, intanto si attende ancora una pronuncia sul tanto agognato articolo 9...


Fonte Ansa.it

(ANSA) - ROMA, 14 DIC - La pronuncia del Consiglio di Stato 'non influisce sulla legittimita' della tessera del tifoso, che continuera' ad essere necessaria per andare in trasferta'. E' quanto fa sapere l'Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive in merito all'ordinanza di oggi. La sentenza, ha aggiunto, 'riguarda infatti soltanto l''abbinamento inscindibile tra la tessera del tifoso ed uno strumento di pagamento bancario' che nulla ha a che vedere con le finalita' proprie della tessera del tifoso'.

14 dicembre 2011

Tessera del tifoso: il Consiglio di stato la dichiara illegittima

E' recentissima una notizia che accogliamo con estremo piacere: finalmente una delle tesi del quasi intero mondo ultras italiano, viene sostenuta anche da un organo istituzionale ufficiale quale il Consiglio di Stato. La tessera del tifoso è stata appena dichiarata illegittima! Non ci facciamo illusioni ma di sicuro è un tassello in più verso la vittoria di questa battaglia.


Fonte dell'articolo RaiNews24.it


Il Consiglio di Stato ha accolto l'appello presentato da Codacons e Federsupporter contro la decisione del Tar del Lazio che nelle scorse settimane aveva respinto il ricorso avverso la "tessera del tifoso" presentato dalle due organizzazioni. Codacons e Federsupporter contestavano in particolare il fatto che per ottenere la tessera e, di conseguenza, abbonamenti e biglietti, i tifosi fossero costretti ad acquisire una carta di credito ricaricabile, circostanza che rischia di condizionare le scelte economiche dei tifosi/consumatori.

La Sez. VI del Consiglio di stato, presieduta da Giancarlo Coraggio, relatore Giulio Castriota Scanderbeg, accogliendo l'appello dei due enti, ha così motivato: "l'abbinamento inscindibile (e quindi non declinabile dall'utente) tra il rilascio della tessera di tifoso (istituita per finalita di prevenzione generale in funzione di una maggiore sicurezza negli stadi) e la sottoscrizione di un contratto con un partner bancario per il rilascio di una carta di credito prepagata potrebbe potrebbe condizionare indebitamente (nella misura in cui si provi che l'uso della carta non sia funzionale ad assicurare le finalita proprie della tessera del tifoso) la libertà di scelta del tifoso-utente e potrebbe pertanto assumere i tratti di una pratica commerciale scorretta ai sensi del Codice del consumo; in tal senso depone il fatto che, per il tifoso, l'ottenimento della tessera appare condicio sine qua per poter essere ammesso, nelle giornate di trasferta della propria squadra, nel reparto dello stadio riservato agli ospiti, di guisa che appare verosimile che l'acquisizione di tale utilita utilita potrebbe indurlo a compiere un'operazione commerciale (sottoscrizione della carta prepagata) che non avrebbe altrimenti compiuto".

Sulla base di tali motivazioni, i giudici del CdS ordinano al Tar del Lazio di fissare una nuova udienza e discutere nel merito il ricorso presentato da Codacons e Federsupporter, valutando quindi la sussistenza delle illegittimita denunciate dai due enti.

Fonte dell'articolo RaiNews24.it

11 dicembre 2011

Virtus Castelfranco - Ravenna

Tifoso offre casa al giocatore per non farlo partire: siamo arrivati a questo...

Oggi vi proponiamo un interessante episodio che rende molto bene l'idea di quale sia l'attuale situazione del calcio a Ravenna, dei suoi giocatori e dei suoi tifosi ed Ultras. Ciò che si perpetra da mesi a causa di questa pseudo-dirigenza è una mera VERGOGNA!




Articolo tratto da RomagnaNoi.it

Offre casa ad un calciatore per non farlo partire: il singolare episodio ha visto coinvolto il giallorosso Quintavalla, convinto a restare a Ravenna dall'offerta presentatagli dallo storico tifoso Franco Mazzotti.


Offre la casa ad un calciatore per farlo restare a Ravenna, riuscendo ad ottenere il risultato sperato. Il curioso episodio di solidarietà ha coinvolto il giallorosso Francesco Quintavalla, da tempo intenzionata a lasciare la Romagna, che si è visto offrire un appartamento fino al termine della stagione dallo storico tifoso e imprenditore ravennate Franco Mazzotti.

Ieri mattina Mazzotti era presente alla rifinitura che la squadra ha svolto a Glorie e vedendo l’ennesimo tesserato con le valige in mano pronto ad abbandonare la squadra perché senza stipendio e quindi anche senza i soldi per pagare l’affitto dell’abitazione ravennate, ha offerto al giocatore ospitalità in una sua proprietà di Castiglione di Ravenna. “Sono arrivato al campo - racconta Mazzotti - ho visto subito tutte queste facce tristi e questo ragazzo con le valige in mano, tutto arrabbiato perché doveva abbandonare i compagni”.

Al difensore, nativo di Carpi, non avendo ricevuto ancora dalla società nessun rimborso e non potendo più permettersi di pagare l’affitto, stava infatti per rientrare in terra emiliana con la moglie e i due amati cani: “Il ragazzo era triste perché anche senza stipendio ci teneva a giocare a Ravenna - afferma Mazzotti - e tristi erano i compagni che vedevano un altro amico costretto ad andarsene”. A quel punto l’imprenditore ha preso da parte Quintavalla e si è offerto di ospitarlo fino al termine della stagione agonistica, senza che nulla gli sia dovuto. Il giocatore, felicissimo, ha subito disfatto la valigia, si è infilato gli scarpini e tra gli abbracci dei compagni.

9 dicembre 2011

Virtus Castelfranco - Ravenna

Vi aspettiamo domenica 11 direzione Castelfranco Emilia. Il ritrovo è previsto per le ore 12.00 con partenza dalla Curva Mero. Ancora una volta per portare in giro per l'Italia con orgoglio la nostra passione, i nostri colori e per rappresentare la nostra città! I presidenti cambiano e passano, gli Ultras restano...

Repressione: a Ravenna livelli insostenibili

Dopo il derby di ieri, chi ancora fosse dubbioso circa quanto sta accadendo a Ravenna, dovrebbe aver trovato risposte. Da anni ormai, ma specialmente negli ultimi tempi, lo stadio di Ravenna è una fucina infinita di repressione, soldi pubblici sprecati in tempi di crisi nera e stupidità.



Ma andiamo con ordine: all'inizio di quest'anno finalmente abbiamo viste smontate le transenne (autentiche barricate) e materiale, striscione e tamburi entravano senza problemi. I tamburi a detta di tutti, anche di chi frequenta la più tranquilla tribuna, erano stati un piacevolissimo ritorno che rianimava un altrimenti deserto e morto stadio Benelli. Lo striscione davanti alla Mero era un vessillo d'orgoglio e romanticità d'altri tempi; insomma detto in breve, nonostante la pessima condizione del calcio cittadino, la curva tornava ad essere piano piano quello per cui è stata concepita: un luogo di amicizia, passione, orgoglio e goliardia.

Poi un assurdo quanto inaspettato rifiuto d'ingresso dei nostri pacifici strumenti di tifo: tamburi e striscione non hanno mai ammazzato nessuno!

Decidiamo quindi di manifestare il nostro disappunto con un paio di giri intorno allo stadio Benelli, in occasione della partita Ravenna - Virtus Verona, muniti dei nostri amati tamburi e striscione. Nessuno se n'è lamentato, nessun disagio causato ai cittadini nè tantomento alcun casino.

Alcune partite dopo dapprima lo striscione viene lasciato entrare dalle stesse forze dell'ordine, poi all'ultimo, quando eravamo già dentro al settore, veniamo fermati e viene negata l'esposizione. Stessa cosa per uno striscione recante la scritta "Gabbo vive" per commemorare la prematura scomparsa di Gabriele Sandri. E' troppo, decidiamo quindi di abbandonare una volta ancora gli spalti. La scusa è sempre la stessa: le norme dicono che gli impianti con capienze superiori a 5.000 unità, sono ristretti alle stesse limitazioni imposte nelle serie superiori. Ma come? A Padova contro il S. Paolo (9.600 posti) e a Pistoia (12.000 posti) non abbiamo avuto nessun problema! E le prime partite al Benelli perchè non hanno rappresentato un problema l'ingresso di tamburi e striscione?

Dopo una situazione così assurda sarà finita qui, direte voi?! E invece no... sono stati prennunciati "assurdi provvedimenti" che vivamente speriamo non abbiano seguito, nei confronti di alcuni di noi proprio per la nostra pacifica manifestazione.

Finita qui? No no.. Con l'occasione dell'incontro tra Aletti e giocatori della scorsa settimana, qualcuno in maniera del tutto indipendente (pochissime persone), voleva manifestare il proprio disappunto al porco triestino: le forze dell'ordine si sono mobilitate neanche avessero dovuto affrontare un'orda barbarica tant'è che sono state praticamente sbugiardate sui giornali.

Beh adesso sarà proprio tutto, direte voi... e invece no! La mattina seguente viene ritrovato uno scatolone "decorato" con insulti all'indirizzo di vecchia e nuova dirigenza, lasciato da qualche buontempone, evidentemente esasperato dalla situazione societaria, fuori dalla sede del Ravenna. Per chi l'ha ritrovato, la cosa più ovvia immaginiamo sarebbe stato farsi una risata e buttarlo via. Ma a Ravenna no: a Ravenna si chiama la Digos e udite udite, la scientifica! Ma perchè non gli artificieri?!

E mica è finita qui... il giorno del ritrovamento degli scatoloni tre o quattro dei nostri ragazzi, dovevano mettere un po' di ordine nel nostro magazzino: neanche avessero scoperchiato il vaso di Pandora, dopo dieci minuti di lavoro e di pulizie, ecco sbucare 3 agenti della digos con a corredo 4 uomini in divisa. Identificazione per tutti (ma perchè?) e tanti saluti. 

Per quanto visto ieri all'esterno del Benelli, lasciamo il giudizio ai nostri lettori; ci limitiamo solamente a fornirvi un po' di numeri messi in campo solo per quanto visto dietro alla nostra Curva Mero: una decina di agenti in borghese, una decina di steward, transennamento completo, un intero reparto celere e numerosi mezzi blindati. Soldi spesi bene in tempi di crisi, non c'è che dire...

28 novembre 2011

La dirigenza continua a latitare

La foto, tratta da "La Voce di Romagna" di oggi, si riferisce all'ultima partita casalinga contro il Camaiore, è di per se molto eloquente: quale società al mondo, anche militante nel campionato più infimo, non ha nemmeno una figura dirigenziale in tribuna a seguire la partita? La risposta è semplice quanto disarmante: il Ravenna... VERGOGNA! Ciò dimostra quanto chi ha in mano le sorti dei nostri colori, tenga poco a questa maglia e tantomeno ai suoi esasperati tifosi.


Trasferta: Rosignano Solvay

La prossima partita ci vedrà impegnati nella trasferta più lunga della stagione: Rosignano Solvay. 624 Km tra andata e ritorno per ribadire ancora una volta, qualora ce ne fosse bisogno, l'amore e la passione verso i nostri colori nonostante si stia passando quello che forse è il momento più basso e triste della storia calcistica del Ravenna. Chiunque voglia partecipare alla trasferta è pregato di andarsi a segnare al Caffè Ravenna con le consuete modalità.

16 novembre 2011

Comunicato in merito alle vicende di Ravenna-Bagnolese

Con questo comunicato il gruppo Ultras Ravenna 1994 vuole rendere pubbliche le motivazioni che lo ha spinto ad uscire dalla Curva Mero e lasciare vuoto il proprio settore Domenica scorsa in occasione della partita casalinga con la Bagnolese. La repressione applicata allo stadio Benelli di Ravenna ha raggiunto livelli inspiegabili e Domenica ne è stata l'ennesima riprova. A Ravenna è vietato l'accesso a striscioni e tamburi, cosa che (per nostre trasferte vissute e a detta delle tifoserie ospiti al Benelli) capita solamente ai tifosi giallorossi, esclusivamente allo stadio di Ravenna ed in nessun altro impianto di squadre militanti nella serie D. Due Domeniche fa poi si è aggiunta la mancata apertura dei bar interni (per mancato rinnovo della licenza ma, non è un problema nostro) vietando ai tifosi di uscire per dissetarsi e poi rientrare (se esci non puoi poi rientrare) per culminare infine questa Domenica con il divieto di accesso allo striscione in memoria di Gabriele Sandri, un ultras come noi ucciso in un autogrill. Non crediamo che sia possibile che, in serie D, e ribadiamo solo a Ravenna, debbano esistere regole così restrittive per limitare ogni singola idea di tifo, folklore e colore ad una tifoseria che si è rivelata negli anni una delle più corrette, non crediamo alla scusa raccontataci della capienza del Benelli considerato che a Pistoia (12000 spettatori) e Padova (9000 spettatori) gli stadi hanno capienza superiore del Benelli (7500 spettatori) e non c'è stato posto alcun divieto all'accesso dei nostri striscioni e tamburi. Speriamo che qualcuno, leggendo questo comunicato, capisca il livello delle regole che cerca di applicare ad una tifoseria già decimata dalle ultime vicende societarie e che si accorga quanto prima che una partita senza tifosi non è una partita anche se forse è proprio ciò che vuole!

Ultras Ravenna 1994

11 novembre 2011

11/11/2007 - 11/11/2011: Gabriele sempre nel cuore!

Oggi sono esattamente quattro anni che Gabriele Sandri, cittadino italiano ed Ultras, dopo essere stato ucciso da un poliziotto, attende giustizia. Quattro anni in cui sugli organi di stampa s'è detto tutto e niente, dove Spaccarotella, assassino di Gabbo, ha continuato per lungo tempo impunemente il suo lavoro di "tutore dell'ordine", di chi cioè dovrebbe garantire la protezione da gente come lui. Nove anni  di condanna per omicidio volontario ci sembrano francamente pochini e riteniamo inoltre che se al posto di un "omino" (una persona del genere non è degno di esser chiamato uomo) in divisa ci fosse stato un cittadino qualunque, la condanna sarebbe stata ben più pesante. Le uniche parole che hanno senso per noi, sono quelle scandite ed urlate in tutte le curve d'Italia domenica dopo domenica e quelle dei suoi familiari; a tal proposito ecco l'ultima intervista al papà Giorgio.


«Sono diventato tifoso di tutti i tifosi: sono tutti figli miei». Lo dice un papà al quale hanno ucciso un figlio di 26 anni, Giorgio Sandri. Oggi sono quattro anni che un poliziotto gli ha ucciso Gabriele.

A Badia al Pino, Arezzo, A1, dove da oggi ci sarà una stele. Resterà sempre lì, come il dolore che può provare soltanto un genitore. E’ uno strazio talmente grande che non ci arriva il linguaggio: non c’è una parola che riesca a definire la perdita di un figlio. Se perdi un genitore sei un orfano, ed è nel linguaggio com’è nell’ordine naturale. Se perdi un figlio mancano le parole, muori con lui. Vivevi per lui. Continuerai a voler vivere pensando a lui. Vivrai in qualche maniera per lui. Quella qualche maniera per Giorgio Sandri «sono tutti i tifosi che ho incontrato e che io chiamo il grande popolo di Gabriele: se tu mi chiedi qual è la cosa più bella che ho sentito su mio figlio in questi quattro anni io ti dico che sono i ragazzi che mi hanno abbracciato, che mi hanno sorriso. I tifosi che sono stati male per quello che è succeso a Gabbo mi hanno aiutato ad andare avanti, senza di loro non ce l’avrei fatta. Senza quest’onda di amore che mi è rimbalzata da quel giorno e che continua ad avvolgerci non sarei mai riuscito ad andare oltre certi silenzi, anche quelli omertosi, contro un muro di gomma che si è alzato subito, sin dal momento stesso della notizia dell’assassinio di Gabbo. Quando l’hanno fatto passare per teppista, quando poi il giorno dopo hanno parlato più degli incidenti di Roma e non dell’assurdo omicidio di un ragazzo che stava andando a seguire una sua passione. Loro sono tutti figli miei».

La grandezza di questa storia sta nella grandezza di questo dolore, dei veri fiori che ha fatto sbocciare. Sono tutti figli suoi perché sono i ragazzi che un po’ continuano a far vivere Gabriele, quando lo cantano allo stadio, quando oggi andranno a Badia al Pino, quando andavano in quell’autogrill maledetto a portare un fiore, un pensiero, una sciarpa da annodare come il groppo in gola. «E l’inciviltà è che tutto questo fu fatto rimuovere, venne negato, proibito. Quell’ammasso di sciarpe intrecciate di tutti i colori era un monumento alla memoria di Gabriele, era già il simbolo di quello che aveva prodotto la sua morte: fratellanza, un sentimento di amore». Quella morte come un sacrificio per portare nuove parole, nuove insegnamenti, nuove riflessioni. E un papà con la sciarpa della Lazio in Curva Sud «piena di figli». Oggi sono quattro anni che hanno ammazzato Gabbo ma Gabbo continua a essere vivo. La stele di oggi ha questo significato. Come un dovere. «Ci abbiamo messo più di un anno per ottenere il permesso, un anno di iter burocratico per avere qualcosa che è doveroso: un ricordo lì dove è stata ammazzata una persona. Mio figlio». Nel suo nome Giorgio e Cristiano hanno creato una Fondazione: «Che combatte la violenza, che promuove i valori che aveva Gabbo, che hanno questi figli. La cosa che mi dà fastidio è quando sento parlare male dei ragazzi di stadio, dei tifosi. Chi fa così non ha capito niente, non sa il sentimento che li muove, dovrebbero solo imparare dal loro cuore. Lo sport, la passione, l’aggregazione, l’altruismo. Il sorriso. Sono questi i valori della Fondazione. Erano la vita del mio Gabriele».

Nel suo nome, oggi, 11 novembre 2011 accadranno tante cose belle: «Quella che più ho a cuore è la raccolta del sangue che ci sarà in tante città. La Fondazione è contro la violenza a 360 gradi, è per la vita». La Fondazione è contro quello che successe quella sera dell’11 novembre 2007, gli incidenti sfociati (o previsti?) dalla rabbia: «Li condannai all’epoca, li condanno adesso, sono deprecabili e lo sono non solo per il fatto in sé. Quegli incidenti hanno fatto male innanzitutto a Gabbo. Sono stati utilizzati contro di lui. Il giorno dopo in Italia il titolo dei giornali era "Guerriglia a Roma", "Rabbia ultras" e non: "Hanno ucciso un ragazzo". Imperdonabile». Imperdonabile per Giorgio Sandri è il poliziotto che ha sparato a Gabriele: «Perdono? No. No, no. E poi quella persona non lo vuole, non ci ha mai scritto nemmeno due righe, non lo hanno fatto nemmeno i suoi genitori, nemmeno a mia moglie, a Daniela, nemmeno alla mamma di Gabriele hanno detto mai niente». Continuano a mancare le parole. E’ il nome di Gabbo che si impone. Il suo ricordo. La sua musica, Meravigliosa creatura, il murales, De Silvestri, flash che stanno negli occhi di questa città. Nel cuore del cuore di Roma. Nella curva di ognuno di noi, Nord o Sud non fa differenza. Chi non lo capisce non lo capirà mai, perché non c’è niente da capire: è il valore della vita contro qualsiasi altra cazzata. «Io l’ho detto sono diventato tifoso dei tifosi più che della Lazio. Io ho un ricordo enorme di quella mia serata in Curva Sud. Lo sai... L’emozione. I brividi. Ho pianto. E sì sarebbe bello vedere la Roma giocare con il logo della Fondazione, con Gabriele sul petto». E’ l’ultima idea, l’ultimo fiore. «Ne ho parlato in radio qualche giorno fa (Radio Ies, ndr)e il giorno dopo ho ricevuto una chiamata dalla Roma. E’ stato bello e sarebbe bello». Sarà bello. E se dovesse succedere Giorgio Sandri sarebbe pronto a fare cosa. Un’altra volta: «Tornerei in Curva Sud e tiferei per la Roma. I tifosi li sento tutti figli miei». Lo dice un papà. Il papà di Gabriele per sempre .


Articolo tratto da Il Romanista a firma T.Cagnucci

27 ottobre 2011

Trasferta: S. Paolo di Padova

La nostra presenza e il supporto ai nostri colori non mancherà a S. Paolo di Padova. Vogliamo essere numerosi e compatti ancora con più forza dopo la nostra sacrosanta protesta di domenica che a malincuore ci ha allontanato dagli spalti. L'appuntamento per la trasferta è per le ore 12.30 allo stadio. Vi vogliamo numerosi, colorati e incazzati!

23 ottobre 2011

"Io non posso entrare": la nostra protesta.

"Io non posso entrare": questa frase è spesso affissa alle vetrine quando i nostri animali non sono benvenuti. Proprio come i cani devono restare fuori dai negozi quando troviamo questo cartello, l'ultima novità vuole che tamburi e striscione restino fuori dallo stadio. Ecco il motivo principale per il quale oggi abbiamo deciso di attuare questa forma di protesta rimanendo all'esterno dello stadio, distribuendo i volantini che trovate nelle foto sotto e creando un corteo che ha percorso le strade attorno all'impianto. Un accanimento della Questura nei nostri confronti che non capiamo e non vogliamo capire visti e considerati sia la serie in cui milita la nostra squadra, sia il fatto che per le prime giornate non vi era stato problema alcuno e visto anche il fatto che in trasferta quest'anno non abbiamo avuto nessun tipo di problema a riguardo. Problematica che però oggi hanno trovato i nostri avversari della Virtus Verona, i quali si sono visti rifiutare l'ingresso dei propri striscioni e dei propri vessilli; con grande rispetto e senso di solidarietà verso i nostri confronti, la tifoseria Rossoblù ha deciso di rimanere fuori dal Benelli per esprimere il proprio dissenso a tali provvedimenti. E' inutile rimarcare che nessun disordine si è verificato se non porre l'accento con grandissimo senso civico su una problematica che tutto il pubblico Giallorosso conosce sin troppo bene, ma che spesso l'opinione pubblica snobba o fa finta di non vedere. VOGLIAMO ESSERE LIBERI DI TIFARE!!!


 




Presto troverete i video del nostro corteo tornate a visitarci!


Ciao Sic, figlio di Romagna!

20 ottobre 2011

I Panthers Fano 1977 sospendono il tifo esterno a tempo indeterminato

E' con tanta amarezza che abbiamo appreso della decisione dei ragazzi fanesi di autosospendere il tifo in trasferta a tempo indeterminato. Le motivazioni che hanno portato a questa scelta sono condivisibili: repressione e stupide norme restrittive non consentivano più di seguire i loro colori come sino ad oggi avevano fatto in lungo e in largo per l'Italia. Sperando sia solo una fase passeggera e di rivederLi al più presto sugli spalti in giro per l'Italia, a Loro va tutta la nostra più sentita amicizia, stima immutata e solidarietà.

Comunicato del 19/10/2011
Con tanto rammarico ci troviamo a scrivere queste poche righe per comunicare la decisione del gruppo di sospendere a tempo indeterminato il tifo organizzato in trasferta. La decisione nasce dall'impossibilita di seguire la squadra come abbiamo sempre fatto fino ad ora, semplicemente con i nostri striscioni nei settori ospiti di qualunque stadio di'Italia.
Ad oggi, non riteniamo opportuno, pur potendolo tranquillamente fare, di sottoscrivere la tessera del tifoso, consapevoli di privarci di un elemento di aggregazione e passione quale "il seguire la squadra in trasferta", ma altresi consapevoli di aver combattuto la nostra battaglia con tutti i mezzi a nostra disposizione (partecipando in maniera attiva a tutti i raduni ed eventi a riguardo, presenziando ovunque nella scorsa stagione in settori alternativi e nella stagione in corso, sempre ovunque, rimanendo fuori dallo stadio non certo per nostra volonta, dopo aver percorso migliaia di chilometri, senza far comunque mancare il nostro sostegno).
Sottolineiamo che siamo sempre pronti a rivedere la nostra posizione, qualora la situazione del movimento Ultras dovesse modificarsi, anche in relazione a insperati cambiamenti della circolare attuale riguardante la tessera del tifoso. Invitiamo tutti a sostenere sempre e comunque la squadra nelle gare interne, per il bene del gruppo, della maglia, della nuova societa e squadra che nonostante le difficolta iniziali meritano sempre il nostro supporto.

Non molleremo mai, Panthers Fano '77

15 ottobre 2011

Tessera del tifoso: il castello di carte non regge nemmeno per l'osservatorio

Articolo 9, nodo cruciale per tutte le tifoserie che portano avanti la protesta contro questa anticostituzionale tessera del tifoso: persino l'osservatorio per le manifestazioni sportive auspica che crolli. A questo punto viene da chiedersi con maggior forza chi voglia davvero portare avanti il progetto e per quali motivi: per approfondimenti vi rimandiamo a una nostra disanima già trattata. E poi non dite che "non ve l'avevamo detto"...



Articolo tratto da ilFriuli.it 

Osservatorio: no card tifoso solo a Daspo e condannati

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Giovedì 29 Settembre 2011 08:48
Aggiornare la legge contro la violenza negli stadi (la 41 del 2007) in modo da escludere dal programma Tessera del tifoso solo le persone attualmente sottoposte a Daspo o a misure di prevenzione nonchè i condannati per reati cosiddetti da stadio negli ultimi 5 anni. E' quanto auspica l'Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive, riunitosi oggi. La strategia del rigore, secondo l'organismo, sta "pagando anche in queste prime giornate di campionato, caratterizzate da 'incidenti zero', come la scorsa stagione". Alla luce di questa situazione, l'organismo ha auspicato che la propria interpretazione sui motivi ostativi al rilascio della tessera del tifoso "sia al più presto presa in considerazione dagli organi competenti per un aggiornamento del testo di legge, come richiesto dalle rappresentanze dei tifosi, con le quali la presidenza dell'Osservatorio ha già avviato una proficua collaborazione anche su altri temi". L'Osservatorio ha poi espresso "vivo apprezzamento" per l'operato della questura di Milano che oggi pomeriggio ha portato a termine una operazione di Polizia nei confronti di un gruppo di facinorosi ospiti a seguito del Plzen, trovati in possesso di coltelli, 32 fumogeni e numerosissimi oggetti atti ad offendere.

12 ottobre 2011

Real Rimini - Ancona: comunicato Curva Nord Ancona dopo gli scontri con le Fdo

Questa volta è capitato a loro la prossima volta potrebbe succedere proprio a te che stai leggendo... riflettici bene!
 
 
 
COMUNICATO CURVA NORD ANCONA
Hanno parlato tutti sugli incidenti in Real Rimini-Ancona, persino chi ha solo visto due foto arrivate in redazione dal fotografo del giornale e su queste ha emesso il proprio verdetto, la propria verità assoluta. Adesso è la volta degli Ultras anconetani: parola a chi c'era, parola a chi sa.

Sono passati ormai due giorni da quella domenica , quella maledetta domenica ,ormai i fatti di cronaca hanno preso il sopravvento su tutto , e siamo stati indecisi fino alla fine se prendere o no in maniera ufficiale una posizione su quello accaduto , ma fate attenzione , quello che e’ successo a noi , accade ormai in maniera regolare in molte parti d’italia in maniera piu’ o meno grave , ma ormai non se ne parla piu’ perche’ adottare certe misure e’ diventata la norma , parlare di certi episodi e’ scomodo , e perche’ alla fine l’ultras e’ ormai diventata carne da macello un problema sociale da eliminare .

Abbiamo letto in questi giorni tanti articoli alcuni addirittura tendenti al ridicolo , si continua a parlare di ultras , teppisti e delinquenti , dimenticando pero’ che nella costituzione italiana non c’e’ la definizione di ultras ma di cittadini perche’ per prima cosa quello siamo! cittadini di uno stato che non ci rappresenta piu’ ,cittadini di una citta’ dove la classe politica pensa solo alle poltrone, ma non a quello che succede a quelle stesse persone che forse li hanno votati .

E’ ormai chiaro che siamo rimasti vittime di un attacco premeditato e squadrista da parte delle forze dell’ordine (?),un attacco che

- ha dei mandanti ben precisi : le questure ,l’osservatorio e lo stato
- dei compari compiacenti :la stampa ,fortunatamente non tutta ma solo perche’ nel piano di chi dovrebbe garantire l’ordine e la sicurezza pubblica forse qualcosa e’ sfuggito di mano
- e l’approvazione tacita (perche’ il silenzio e’ la forma di assenso piu’ vigliacca che ci sia ) della nostra classe politica locale con il sindaco in testa un attacco dal quale abbiamo dovuto difenderci con ogni mezzo e con ogni modo .

Ci ritroviamo nuovamente ,o meglio per l’ennesima volta soli , ma al contrario delle altre volte oggi ci sono 400 testimoni oculari , ci sono foto , video , che forse hanno ottenuto un effetto non considerato ,unire ancora di piu’ tutte le parti della tifoseria e di questo ringraziamo pubblicamente tutti coloro che si sono esposti in prima persona , ma sempre soli siamo,anche se qua ad essere calpestata e’ stata un’intera citta’ , ad essere umiliati sono stati tutti i cittadini anconetani !

Fossimo stati dei politici aprendo quelle pagine dei giornali il lunedi’ e vedendo quelle foto di pestaggi ,sicuramente noi in silenzio non saremmo stati ,sicuramente da una parte ci saremmo schierati ,sicuramente ci saremmo informati ,sicuramente avremmo condannato certi episodi se non altro per un semplice motivo noi siamo anconetani , amiamo la nostra citta’ e diamo tutto quello che possiamo a difesa dei nostri colori , dei nostri fratelli della nostra citta’ …perche’ non dobbiamo pensare come prima cosa alla poltrona …

Quello che e’ successo e poi entreremo sulla nostra versione ufficiale dei fatti ,e’ il frutto di un isolamento in cui e’ stata lasciata l’us ancona1905 e i suoi tifosi (ultras o moderati che siano) un isolamento di cui noi paghiamo le conseguenze per non aver commesso nessun reato sia chiaro! , in quanto non abbiamo mai sentito una parola di sdegno , mai un tentativo di intercedere , mai un segnale di vicinanza da parte di chi ci dovrebbe tutelare e difenderci : le istituzioni cittadine .

L’andare ormai nelle trasferte vietate ( che non e’ reato e lo sancisce la costituzione italiana )era diventato ormai una cosa scontata , il non vedere le partite la normalita’ , il vecchio e caro settore ospite un campo in mezzo agli alberi il lunedi’ invece della foto dagli spalti sul giornale la solita foto in mezzo ai campi e domenica dopo domenica diventavamo sempre piu’ scomodi e sempre piu’ soli ….. nell’indifferenza generale ;potevamo tranquillamente stare a casa , avremmo risolto molti problemi a tante persone , ma noi non siamo cosi’ e qui viene fuori il nostro essere ultras , se qualcuno si aspettava che ci saremmo messi a 90 gradi si sbagliava di grosso perche’ noi ci esponiamo ,noi paghiamo in prima persona ma noi combattiamo e combatteremo fino a che avremo la forza ,per i nostri diritti per la nostra liberta’ .

Sembra assurdo ma tutto questo e’ la realta’ , una realta’ che ad arte si sta tentando di insabbiare , saltano fuori in rete dei video che vengono oscurati e censurati nel giro di poco , nemmeno fossimo terroristi .

Evitiamo di entrare nei particolari della vicenda anche perche’ ci sono indagini in corso ma alcune cose ci teniamo a precisarle :

alla stazione siamo stati controllati uno a uno e tutti erano in possesso del biglietto del treno e dello stadio anche perche’ le biglietterie ci era stato detto che sarebbero rimaste chiuse

il treno e’ partito con qualche minuto di ritardo perche’ stranamente volevano contarci con precisione su quanti effettivamente eravamo e non per il controllo dei biglietti, che gia’ erano stati controllati . cosa al quanto strana per ben tre volte ci hanno contato ,forse volevano avere la certezza di vincere la battaglia che stavano preparando

ognuno e’ stato perquisito dal personale di servizio presente ,se volevamo fare una battaglia non saremmo partiti a mani nude e saremmo saliti minimo in un'altra stazione

siamo stati filmati uno ad uno per tutto il tempo in stazione cosa che gia’ bastava per tornarsene a casa ma anche li non abbiamo creati problemi

tante telefonate tra personale delle forze dell’ordine durante il tragitto del treno e al momento della partenza , cosa abbastanza strana se si considera che non c’era una tifoseria avversaria

prima che arrivassimo la celere fuori intimoriva con frasi minacciose le persone gia’ arrivate con frasi del tipo oggi vi spacchiamo la testa

appena arrivati, subito le prime provocazioni con tutori dell’ordine che strattonavano per le felpe le varie persone senza motivo

al primo controllo dove non sono stati fatti entrare i megafoni con pazienza sono stati riportati in macchina

stessa sorte per le aste delle bandiere

poi visto che non rispondevamo a provocazioni ci hanno colpito dove sicuramente avremmo reagito lo stendardo e qui sarebbe da aprire una parentesi infinita in quanto lo stendardo per prima cosa e’ piu’ di un anno che gira tutti gli stadi e mai abbiamo avuto problemi , e per seconda cosa in serie d non esiste nessuna legge che vieti striscioni (chiaramente non offensivi)e tamburi e megafoni , e non c’e’ nessuna legge che dice di dover chiedere autorizzazioni per questo tipo di materiale in quanto la legge delle autorizzazioni e’ prevista per i campionati dalla serie c2 in su per intenderci ….

invece di vietarlo e farcelo portare in macchina l’eroe di turno lo prende se lo mette sotto la giacca e invita con aria di scherno a riprendercelo …

per il resto parlano immagini e video e testimonianze non di ultras ma di normali cittadini .

ora non vogliamo passare da quelli che si lamentano , ne tantomeno da chi si vuol piangere addosso , noi abbiamo la pelle dura e’ una vita che subiamo queste cose , come in italia tante altre tifoserie lo subiscono ,ma era giusto comunque davanti a tanti articoli scandalosi far capire in maniera chiara di chi sono le responsabilita’ ,magari anche nostre ma non in questo caso ! , ma noi siamo pronti a pagare come sempre abbiamo fatto e come sempre saremo sicuramente gli unici a farlo , ma questa situazione e’ il frutto di chi scarica le responsabilita’ , di chi pensa che reprimere sia meglio di gestire , di chi si chiude gli occhi e si tappa le orecchie , di chi parla con frasi di circostanza di chi ci ha lasciato in maniera scandalosa soli contro tutti .

ma noi siamo la curva nord , siamo duri a morire , e continueremo per la nostra strada , fino a che ne avremo la forza , soli come sempre ma fieri di non dover mai abbassare la testa e con la consapevolezza che da oggi il nemico numero uno si e’ dichiarato in maniera aperta senza mezzi termini , consapevoli del fatto che la ruota gira ….per tutti …..consapevoli del nostro amore per la nostra citta’ la nostra maglia e i nostri fratelli anconetani .

noi siamo anconetani

curva nord ancona – diffidati curva nord ancona

Trasferta: Cerea - Ravenna

Nonostante siamo costretti a sorbirci i bassifondi della serie D ed una situazione societaria al limite del paradosso, che porta a un futuro se non segnato comunque abbondantemente incerto, anche domenica prossima non mancherà il sostegno ai NOSTRI COLORI, alla NOSTRA MAGLIA e per la NOSTRA CITTA'. La nostra passione supera ogni ostacolo quindi tutti a Cerea! Il ritrovo è previsto per le ore 12.00 nel piazzale della Curva Mero. Gentilmente chi è interessato vada a segnarsi al Caffè Ravenna il prima possibile. Grazie Leoni (quelli veri...)!

10 ottobre 2011

Real Rimini - Ancona: comunicato di Sosteniamolancona dopo gli scontri con le Fdo

La nostra solidarietà oggi va verso una tifoseria che consideriamo rivale storica ma che, come accaduto a noi in altre occasioni, ha subito una vile aggressione proprio ad opera di chi, dovrebbe garantire l'ordine pubblico. Diversi i colori ma uniti negli ideali.


Fonte Sosteniamolancona

L'aggressione premeditata subita oggi dai tifosi dell'Ancona dimostra quanto sia difficile credere che non ci sia un progetto per ostacolare in qualsiasi modo il diritto degli sportivi, dei tifosi dei cittadini di Ancona, di poter assistere alla rinascita della propria squadra o anche piu e semplicemente a seguirla.

Si è voluto colpire in maniera provocatoria ed arrogante una tifoseria in trasferta in uno stadio dove non c'erano tifosi avversari, ma casualmente solo forze di polizia, in numero sproporzionato all'evento.

Una tifoseria che non si piega a leggi ingiuste e incostituzionali, e non ha paura di dimostrarlo in ogni modo, e che certamente non era salita a Rimini con intenti o volontà di scontro con nessuno.

Un aggressione che colpisce una società l' US ANCONA 1905  che si è dimostrata più che collaborativa e alla ricerca di modalità che potessero favorire la possibilità di dare la cornice che merita lo sport del calcio: il suo pubblico.

L' Associazione Sosteniamolancona esprime la propria solidarietà ai tifosi coinvolti nella provocazione e nell'aggressione di Rimini, richiamando inoltre l'attenzione e l'approfondimento delle istituzioni cittadine, e degli organi preposti a riguardo dei fatti che hanno nella modalita, nello svolgimento e nel palese obbiettivo di causare danni e rappresaglie nei confronti della tifoseria dell' Ancona e nella società US ANCONA 1905 prove inquietanti ed allarmanti. 

8 ottobre 2011

Nuove sciarpe invernali

Da domenica, saranno disponibili le nuove sciarpe invernali: eccovi in anteprima alcune foto.





 



7 ottobre 2011

Tessera del tifoso: l'ennesima riprova che non funziona

Articolo tratto da Dodicesimouomo.net

Cala ancora il numero degli abbonati in A
E' un calo contenuto rispetto allo scorso campionato , 3.219 abbonati in meno e considerando che manca una piazza come quella doriana che aveva toccato 18.543 abbonamenti nella scorsa stagione. Se però l'Atalanta avesse mantenuto gli stessi abbonati in B dello scorso anno, 16.195 non si sarebbe avvertita la mancanza della Doria, invece nonostante la promozione i bergamaschi scendono a quota 9.658. Se come scritto il calo è contenuto, conferma comunque il trend negativo degli ultimi anni che ha visto sempre scendere gli abbonati e i paganti a tutto vantaggio delle Pay-Tv.
Prendendo in esame un campionato degli anni 80 in particolare 1984-1985 gli spettatori di media (campionato a 16 squadre) furono 38871, per un totale di 9.329.277 spettatori. Passando ad esaminare un campionato degli anni 90 a 18 squadre, campionato 1997-1998 le presenze medie a gare scendevano a 31.161, per un totale di 9.535.113 di presenze allo stadio. Nel 2009-2010 gli spettatori di media a gara sono stati 25.570 (campionato a 20 squadre) per un totale di 9.205.259 di spettatori. Nella scorsa stagione, la media scende a 24.901 presenze a partita, per un totale di 8.989.385.
Nel raffronto con gli anni 80/90, il calo si evidenzia ovunque ma sono le piccole piazze ad aver subito un vero e proprio tracollo, il Lecce ad esempio, viaggiava tra i 25/30.000 spettatori di media a gara, adesso sono poco più di 10.000 spettatori a gara. Stesso discorso per l'Udinese che con “Zico” aveva addirittura sfondato il muro dei 40.000 spettatori a gara e nello scorso campionato sono stati 17.000. Il Pisa di Anconetani o l'Ascoli di Rozzi portavano allo stadio quasi 20.000 spettatori di media a gara. Il Siena che potrebbe essere oggi, la sostituta di Pisa o Ascoli, non arriva ad 8.000 spettatori a partita.
Tra tessere, divieti, stadi obsoleti, caro-biglietti, pay-tv, gli stadi si svuotano anche perchè mancano i ricambi generazionali. Sono sempre meno in Italia i tifosi di calcio e probabilmente con l'età media più “vecchia” in Europa. Con le curve sempre più “tristi e grige” è difficile che un giovane si appassioni a vedere una partita allo stadio, senza contare un fenomeno (in Europa) tutto italiano, il tifo per altre squadre europee. Se una volta nei piccoli centri erano Juve, Inter, Milan a catalizzare la passione dei tifosi adesso “si fanno strada” Barcellona, United, Real, Arsenal, effetti del "calcio globale".

In blu i club che hanno aumentato i loro abbonati, in rosso i club che hanno chiuso in negativo, il tutto comparato alla scorsa stagione, in nero i club che erano in B, Cagliari e Chievo non comunicano i dati degli abbonamenti.


ATALANTA
9658
BOLOGNA
12500
CAGLIARI

CATANIA
9128
CESENA
12114
CHIEVO

FIORENTINA
13024
GENOA
16500
INTER
34732
JUVENTUS
24137
LAZIO
20150
LECCE
3902
MILAN
30398
NAPOLI
14000
NOVARA
7211
PALERMO
12513
PARMA
9620
ROMA
16897
SIENA
7630
UDINESE
13738

267852